Dalla valorizzazione del ficodindia alla ricerca e divulgazione dei bioprodotti da scarti di Opuntia ficus-indica

Catania, 21 maggio 2021. Al via in Sicilia EBioScart – GO FICO, progetto per la valorizzazione e il riutilizzo dei sottoprodotti e degli scarti delle produzioni siciliane di Opuntia Ficus-indica, anche con l’utilizzo di fonti di energie rinnovabili per una bioeconomia.

Le attività rientrano nella strategia dell’economia circolare di sostenibilità, con la misura 16.1 del Psr-Sicilia 2014-2020, e si inseriscono nella filiera ficondindicola dei 3 poli siciliani: Etna, Roccapalumba, Santa Margherita di Belice. Il progetto nasce dalla sfida di un gruppo di agricoltori che hanno intuito che i diversi prodotti che si ricavano dalla pianta di ficodindia possono conquistare sul mercato margini di guadagno veramente interessanti, con trend crescenti.

Le attività hanno preso il via con il Webinar di presentazione tenutosi online, a partire dalle ore 17.00, su piattaforma StreamYeard e in diretta live sulle pagine Facebook, Linkedin e YouTube del progetto . Il seminario scientifico online, moderato dall’agronomo Carmelo Danzì, nel corso del quale hanno relazionato il prof. Mario Pagliaro, primo ricercatore del Cnr di Palermo, il prof. Biagio Fallico e il prof. Giuseppe Timpanaro del dipartimento di Agricoltura alimentazione e ambiente dell’Università di Catania. Ha concluso il seminario il dott. Dario Cartabellotta, dirigente generale del dipartimento regionale dell’Agricoltura.

Grazie agli studi del Cnr, dell’Università di Catania e a tutti i partner, che vedono nel Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia (PSTS) il soggetto capofila,  si è guardato all’Agricoltura 4.0,  considerando gli scarti del ficodindia, da cui si estraggono pectine, betanine, mucillagini, olio di semi di ficodindia, preziose risorse per le industrie parafarmaceutiche, nutraceutiche e della cosmesi, capaci di raddoppiare l’economia del frutto che già da solo aveva conquistato importanti fette di mercato non solo italiano ma anche internazionale.

Il presidente del PSTS Giuseppe Scuderi sottolinea l’obiettivo di EBioScart-GoFico.  «Il progetto – afferma – punta all’utilizzo dei derivati del prodotto tipico delle produzione agricole siciliane, cioè il Ficodindia, le cui sostanze, oltre al frutto, sono importantissime perché consentono di mettere a punto dei prodotti utili per la cura di alcune patologie come quelle dell’apparato digerente».

Grazie alla complicità delle imprese agricole che hanno scelto di puntare sul ficodindia, mettendo a disposizione il loro know-how, il frutto non solo si attesta come coltura da reddito in Italia, ma conquista sempre più mercati in Europa e oltre Oceano.

Per la valorizzazione del ficodindia e dei suoi derivati si è creato un Consorzio capace di sostenere più attori economi. In questo contesto il progetto Sicilia EbioScart – GO FICO vuole essere punto di riferimento per la crescita dell’intera filiera che ruota attorno al ficodindia. Saranno infatti messi appunto tecnologie, processi virtuosi di estrazione, diverse strategie di promozione, comunicazione e divulgazione, dal coinvolgimento dei media ad eventi divulgativi, fiere e campi dimostrativi capaci di coprire l’intero territorio regionale e nazionale.

«Questo progetto – spiega Carmelo Danzì, Innovation Brokerci terrà impegnati per diversi mesi e rappresenterà una nuova occasione di sviluppo per tutta la Sicilia. L’iniziativa sarà un punto di riferimento anche per i tanti giovani, che, in quest’era di Covid-19 e pandemia, guardano all’agricoltura come opportunità di reddito, ottima collocazione per l’investimento del loro tempo e del loro futuro».

Le attività coinvolgono le aziende leader nel settore, cioè appartenenti alla fase della produzione ed i soggetti appartenenti alla filiera ma estranei alla produzione. Al primo gruppo appartengono l’azienda agricola Mulino Fiaccati, di Laura Bonanno e l’azienda agricola Lucia Bonanno, entrambe di Roccapalumba (Pa); l’azienda agricola Giacomo Abruzzo, di Santa Margherita di Belìce (Ag); Op La Deliziosa, società cooperativa agricola di Biancavilla (Ct); appartengono al secondo gruppo Ficurinia Srls e Promoter Group Spa. A questi si aggiungono soggetti pubblici e privati detentori dell’innovazione, come l’Università degli Studi di Catania, Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A).